- Report Review
- Posts
- Weekly paper - L’Argentina di Javier Milei: tra Passato, Presente e Futuro
Weekly paper - L’Argentina di Javier Milei: tra Passato, Presente e Futuro
di Domenico Schiattarella

“In una chiara complicità tra politici e keynesiani, i settori più vulnerabili della società saranno brutalmente puniti, così che ‘la casta’ che ha preso il potere continui a godere dei suoi enormi privilegi”.1 (J. G. Milei & G. P. Giacomini, “Ensayos Monetarios para Economías Abiertas: El Caso Argentino”, 2017).
Introduzione
Dopo la sorprendente vittoria del novembre 2023, nei confronti di Javier Milei non si sono fatte attendere le accuse causate dalla sua ideologia economica e dal suo modo di fare alquanto enfatico ma da molti definito “populista”. Dopo aver ereditato un governo in condizioni che definire disperate potrebbe addirittura essere riduttivo, la sua ascesa al potere viene principalmente attribuita alla volontà da parte degli argentini di cambiare aria, allontanandosi quindi da quei governi di sinistra che tanto male hanno fatto all’economia argentina negli ultimi anni. Proprio negli ultimi giorni, infatti, la Camera federale di Cassazione ha confermato la condanna a 3 anni di reclusione dell’ormai ex Ministro del Commercio Moreno per la manipolazione dei dati dell’INDEC (l’Istituto nazionale di statistica) sull’inflazione. 2 Eletto Presidente con il 57% dei voti al ballottaggio, dopo aver perso al primo turno contro il rivale Massa per sette punti percentuali, i suoi oppositori lo apostrofano come leader autocratico, di estrema-destra o persino con tendenze fasciste, quando in realtà la sua peculiarità come leader di un paese democratico risiede nella sua radicale ideologia economica.3 Fervente oppositore del liberalismo keynesiano che in Argentina si è espresso nello scorso secolo con la presidenza Perón e le sue riforme sociali, Javier Milei basa la sua ideologia sulla scuola neoliberista degli anni ’70, che riconosce nei suoi più importanti esponenti Friedrich Hayek e Milton Friedman. In particolare, si identifica nelle critiche di Hayek all’intervento dello Stato nell’economia, che dovrebbe avere come suo attore protagonista il libero mercato senza alcun tipo di intervento statale o welfare, e nell’enfasi posta da Friedman, e di conseguenza della Scuola di Chicago, sulla deregolamentazione dei mercati e la privatizzazione dei servizi. Ma un altro nome da inserire tra le persone che più hanno influenzato l’attuale leader argentino è quello di Murray Rothbard, e proprio a causa di queste influenze che viene definito da molti come un anarco-capitalista, in seguito alla sua volontà di liberarsi del Banco Central e di ridurre il governo al minimo indispensabile, tagliando tutto ciò che, secondo le sue teorie, non è strettamente necessario. È proprio questa la causa delle accuse di estremismo, o addirittura fascismo, che gli vengono mosse, in quanto proprio lo stesso Rothbard è stato l’autore di un manifesto, pubblicato 1992, in cui insieme alle sue radicali teorie economiche affermava l’importanza della centralità dei valori della famiglia, tanto da essere favorevole alla sostituzione del controllo dello Stato in favore del controllo genitoriale.
L’eredità economica del pre-Milei
Nel 2023 l’Argentina si trovò di fronte ad una crisi economica caratterizzata da un’inflazione alle stelle, un aumento costante di persone in soglia di povertà, un debito pubblico in perenne crescita ed infine da rigorosi controlli sui tassi di cambio che non stavano aiutando di certo il risanamento dell’economia.
Per comprendere la situazione economica in cui versava lo Stato nel periodo delle elezioni presidenziali, basterebbe solo il dato dell’inflazione al 143% registrata durante il mese di ottobre 2023, in aumento rispetto al 95% registrato a fine 2022.4 Tra le principali cause possiamo identificare pesanti deficit fiscali, divari crescenti tra i tassi di cambio reali e quelli imposti dal Banco Central ma anche l’incertezza politica data dalle stesse elezioni presidenziali. Inoltre, un aumento troppo lieve dei salari, seguito da pensioni e stipendi minimi di rispettivamente 87.460 Pesos Argentini ($250) e 132.000 Pesos Argentini ($377), fecero schizzare alle stelle il tasso di povertà, in cui ci rientrava circa il 45% della popolazione e quasi il 70% dei bambini.4 Il debito pubblico raggiunse l’88% del PIL, le riserve internazionali lorde del Banco Central ammontavano al 3,4% del PIL ($21,5 miliardi) mentre quelle nette erano in negativo di $10,6 miliardi.4 Come se non bastasse, dati i sempre più stringenti controlli sul tasso di cambio, il Banco Central alzò il tasso di politica monetaria nominale al 133% (contro il 255% del tasso effettivo annuo), vendendo nel solo mese di ottobre $1,6 miliardi per frenare le speculazioni.4 Infine, i sussidi statali per l’energia e i benefit sociali, seguiti da una grave siccità che ha portato ad una drastica diminuzione delle esportazioni di materie agricole, hanno gravato ancora di più sulle finanze pubbliche, con un deficit aumentato dell’1,6% del PIL nel 2023, in crescita rispetto all’1,2% del 2022.4
Un altro aspetto critico della situazione economica argentina durante gli ultimi anni del 2023 era la forte dipendenza del Paese dal Fondo Monetario Internazionale. Proprio con quest’ultimo, infatti, il Governo aveva contratto un debito di $57 miliardi in seguito al bailout del 2018. Nel 2022 la terza economia sudamericana era riuscita a trovare un accordo con il FMI, l’Extended Facility Fund (EEF), che prevedeva lo stanziamento di altri $44 miliardi, per poi rinegoziarlo nel 2023 in modo da ottenere altri $7,5 miliardi che potessero aiutare il Paese a stabilizzare l’economia.5 L’accordo iniziale prevedeva l’azzeramento del deficit fiscale entro il 2025, l’azzeramento del finanziamento monetario del deficit da parte del Banco Central entro il 2024, un aumento delle entrate che sarebbe dovuto arrivare anche in seguito ad un taglio dei sussidi ed infine un piano per la sistematica accumulazione di riserve valutarie. La rivisitazione dell’EEF avvenuta nel 2023, invece, prevedeva solo modifiche all’obiettivo del deficit fiscale ed a quello delle riserve, di difficile raggiungimento in seguito al peggioramento delle condizioni economiche dei primi trimestri del 2023.6
L’Agenda Economica di Milei
Come già affermato in precedenza, data la sua ideologia piuttosto radicale, possiamo dire che anche la sua agenda economica, presentata durante la campagna elettorale, si basa su quattro pilastri fondamentali ed altrettanto radicali: la dollarizzazione dell’economia, un drastico taglio alla spesa pubblica, l’abolizione del Banco Central e la privatizzazione di imprese statali.
In primis, la dollarizzazione prevede l’adozione del Dollaro USA come moneta legale, con l’obiettivo di arginare l’iperinflazione. Alla base di questa sua teoria vi è la ferma convinzione che la fiducia degli investitori e dei consumatori possa essere riacquistata solo tramite l’adozione di una valuta “credibile” come il dollaro.7
Il secondo punto, invece, riguardante il taglio netto alla spesa pubblica, ha l’obiettivo di abbattere il deficit fiscale tramite l’eliminazione della maggior parte dei ministeri da lui considerati superflui, e lo stop ai sussidi, in particolare energetici e sociali. L’elevato debito, causato appunto da questi fattori, rappresenta secondo Milei la principale causa di politiche monetarie che hanno poi portato il paese alle condizioni in cui versava a fine 2023.8
Il terzo pilastro è invece costituito dalla proposta di smantellamento del Banco Central, a cui Milei attribuisce l’intera responsabilità della stampa incontrollata di moneta, colpevole di conseguenza dell’aumento dell’inflazione. L’abbandono del Banco Central, quindi, non toglie solo dalle mani dello Stato il controllo delle politiche monetarie, affidate di conseguenza alla Federal Reserve, data appunto la dollarizzazione dell’economia, ma costringe anche il sistema bancario locale ad adattarsi ad un sistema di regolamentazioni più ferreo e stabile, privo di sostegno monetario e fondato su una valuta estera rigida come il dollaro, di conseguenza eliminando completamente la possibilità di ricorrere al finanziamento diretto delle spese pubbliche.7
L’ultimo pilastro, invece, è quello della privatizzazione delle imprese statali, in quanto puntando a vendere gli asset strategici, come aziende energetiche e compagnie di trasporto pubblico, e trasferendoli in mano alla gestione di privati, l’obiettivo è quello di farle diventare più efficienti e meno soggette a fenomeni come quello del clientelismo, tipico delle amministrazioni antecedenti quella attuale. Milei ne propone la cessione attraverso aste pubbliche o cessioni dirette a investitori internazionali, in modo da poter anche ridurre il loro impatto sul già enorme debito pubblico e lasciare spazio di manovra al governo per ridurre tasse e contributi e proporre incentivi su flussi esteri di capitale.8
Proprio come lui e la sua campagna elettorale, quindi, anche la sua agenda economica è caratterizzata da proposte radicali che puntano ad un cambiamento strutturale delle istituzioni argentine, ma che allo stesso tempo richiedono ingenti quantità di risorse che lo Stato argentino, per lo stato in cui versa, fatica a reperire.
Nonostante però le difficoltà nell’implementazione di queste politiche, nel giugno 2024 il Senato argentino ha approvato la Legge Omnibus, conferendo a Milei ampi poteri per attuare il suo programma di riforme economiche. Questo include incentivi per attrarre finanziamenti esteri, la privatizzazione di due imprese statali (rispetto alle 40 della prima proposta di legge) e un’amnistia fiscale per favorire il rientro di capitali e la dichiarazione dei beni da parte della popolazione.9
Impatti Economici Immediati
I Tagli alla Spesa Pubblica
Già dai primi mesi della Presidenza Milei l’economia argentina ha sperimentato una brusca svolta. Sul lato del deficit fiscale, l’amministrazione ha implementato un taglio drastico alla spesa primaria, in calo del 28% nei primi 11 mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.10 La maggior parte di questo risparmio è direttamente derivante dal taglio di 13 ministeri, declassati oppure completamente chiusi, e del licenziamento del 10% della forza lavoro federale, ovvero di circa 30.000 dipendenti pubblici. A contribuire al taglio della spesa pubblica, inoltre, si aggiungono le riduzioni nella spesa per sanità, istruzione e pensioni. Se dovessimo quantificare l’impatto di questi tagli in termini di risparmio reale, potremmo notare come i settori più colpiti sono quelli dei trasporti e dell’energia, rispettivamente del -33% e -28%, mentre sono state quasi portate a zero le spese per gli investimenti pubblici, diminuite del 93% per il settore dell’edilizia abitativa e dell’89% per l’istruzione.10
Gli Effetti sull’Inflazione
Nonostante l’ancora elevatissima inflazione, il ritmo di crescita dei prezzi si è decisamente attenuato. Le misure adottate dall’amministrazione per la stabilizzazione dell’inflazione hanno favorito una riduzione dell’inflazione tendenziale annua, vale a dire il livello di crescita dei prezzi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, diminuita dal 52% del primo trimestre 2024 all’8,7% del primo trimestre 2025.11 Allo stesso tempo, anche l’inflazione mensile ha visto una drastica riduzione, passando dal 25,5% del dicembre 2023 al 2,4% del febbraio 2025.12 Questa riduzione dell’inflazione, però, non è arrivata senza sacrifici da parte di altri fronti, tra le principali cause, infatti, c’è l’erosione del reddito delle famiglie che ha posto un freno alla domanda.
Il Costo della Riduzione nell’Inflazione: Tasso di Povertà
È proprio l’erosione del reddito delle famiglie che ha portato ad enormi variazioni nel tasso di povertà. La prima metà del 2024 ha registrato un tasso del 52,9%, arrivato poi al 38,1% alla fine dell’anno grazie alla svalutazione della moneta ed al taglio del deficit. Nonostante questa diminuzione, però, le disuguaglianze sociali interne al Paese rimangono molto evidenti, se non addirittura peggiorate in seguito ai tagli dei sussidi.13 Il miglioramento delle condizioni economiche ha avuto quindi un costo sociale molto pesante, in quanto oltre la popolazione che vive sotto la soglia di povertà, il 12% della popolazione non riesce nemmeno a soddisfare i propri bisogni alimentari ed abitativi.14
Le Misure Fiscali e Monetarie
Dopo anni in cui l’economia argentina segnava deficit significativi, finalmente a fine 2024 l’amministrazione Milei è riuscita a far segnare un leggero surplus, grazie sia all’aggressiva liberalizzazione che al taglio fiscale. Il nuovo regime fiscale, appunto, favorisce i grandi investimenti grazie all’abbassamento dei dazi d’importazione ed all’imposta sul reddito per imprese che investono almeno $200 milioni nei settori energetico, edilizio, estrattivo, tecnologico, manifatturiero e petrolchimico.10 In aggiunta a queste politiche che mirano a favorire gli investimenti, il governo, dopo un’iniziale svalutazione del Peso, a fine 2023 ha introdotto un nuovo regime di cambio, varando un sistema di fluttuazione tra i 1.000 ed i 1.400 Pesos per dollaro, il tutto accelerando l’allentamento sul controllo del flusso di capitali.11
Le Reazioni dei Mercati
In seguito all’annuncio dello scorso aprile di nuovi aiuti per $20 miliardi da parte del FMI, si registra sempre maggiore fiducia, con un crollo dello spread di due punti percentuali ed un leggero apprezzamento del Peso, sintomo che le manovre di Milei sono viste con fiducia da parte degli investitori.11 Anche le riserve internazionali, seppur ancora negative, hanno visto un ingente iniezione di valuta estera, sia da parte del FMI che da parte di prestiti di altre nazioni come ad esempio la Cina, arrivando a $38,6 miliardi.15 Nell’insieme, queste condizioni permetterebbero al governo Milei di avere un più ampio margine di manovra, e grazie anche al processo di stabilizzazione, ad investimenti nel settore energetico ed una favorevole situazione agro-industriale in ripresa dalla grave siccità del 2023, si prevede a fine 2025 un aumento del PIL del 5,5%.
Le Reazioni della Popolazione
Alle buone performance in campo economico, però, non si sono fatte attendere importanti manifestazioni dovute al malcontento per le condizioni in cui versa la maggioranza della popolazione in seguito alle politiche drastiche del nuovo governo. In questo anno e mezzo di governo si sono susseguiti scioperi generali e sit-in da parte dei sindacati a causa della perdita del potere d’acquisto, ma, nonostante ciò, queste mobilitazioni non hanno raggiunto le dimensioni di quelle avvenute durante i precedenti governi, segno anche dell’elevato consenso e fiducia di cui gode Milei.
Il Futuro ed i Possibili Scenari
Tutte le future proiezioni sull’economia argentina indicano una forte ripresa già a partire dal 2025, l’IMF stima un aumento del PIL del 5,5%, l’OCSE addirittura del 5,7% nel 2025 e del 4,8% nel 2026 con inflazione, in forte calo, intorno al 28%.16 17 Più caute invece le previsioni di agenzie di rating, come Moody’s, che prevede +4% nel 2025.18
Rischi Principali
Nonostante le buone prospettive future date dalle previsioni, il pericolo non è del tutto scomparso. La ripresa risulta ancora essere molto fragile dopo la chiusura del 2024 con il PIL in calo, inoltre, se le riforme dovessero tardare a produrre effetti la crescita potrebbe rimanere molto bassa, con un sempre difficile accesso ai mercati internazionali che aumenterebbe il rischio di nuove fragilità sul credito.
Successivamente, anche la proposta di sostituire il Peso Argentino con il Dollaro US presenta molte incognite, nonostante la volontà del presidente Milei di portare avanti questa iniziativa. La dollarizzazione potrebbe aiutare l’economia a riprendersi dall’inflazione, come già successo in precedenza in Ecuador, potrebbe anche riportare fiducia nel mercato argentino togliendo al governo la possibilità di un finanziamento diretto del debito, ma non risolverebbe del tutto il problema, che rischia di trasformarsi in una crisi senza le dovute riforme fiscali ed istituzionali.19
Tuttavia, le elezioni di metà mandato, svoltesi poche settimane fa, hanno visto il successo del partito di Milei, La Libertad Avanza. Questa vittoria rappresenta un punto di svolta nella presidenza Milei, proprio perché permette all’attuale amministrazione di portare avanti le proprie riforme senza compromettere gli equilibri all’interno del governo, che in caso di sconfitta avrebbero costretto Milei a trovare dei compromessi o addirittura interrompere alcune delle sue riforme.20
Le Opportunità ed i Vantaggi
Nel medio-lungo termine, l’inflazione in rapido calo e le rigide politiche monetarie potrebbero finalmente spezzare l’iperinflazione argentina. Inoltre, se questo trend dovesse continuare, l’economia dell’intero paese potrebbe tornare ad osservare una crescita costante con un’inflazione stabile. Importante è il segnale dato dal FMI con il programma da $20 miliardi, che conferma la volontà dell’amministrazione Milei di proseguire con le sue riforme arrivando ad un completo cambiamento dell’economia argentina rispetto ai trend dei passati decenni. Con l’aumento della fiducia da parte delle istituzioni internazionali, aumenteranno sempre di più gli investimenti da parte dei locali, seguiti poi da investimenti sempre maggiori da parte di attori extra-nazionali.21
Un ruolo molto importante per la ripresa economica è proprio quello degli investimenti diretti all’estero (IDE), che attraverso nuove regolamentazioni e contratti più stabili, possono rappresentare un punto di ripartenza importante per il paese. I settori più interessati a ricevere IDE sono quello energetico, grazie alle modeste riserve di petrolio e gas presenti nel territorio, e quello minerario, con grandi riserve di litio ed altri minerali essenziali per la transizione energetica. 21
Gli Scenari Futuri
Tutti gli scenari futuri ipotizzabili dipendono quindi dal successo delle riforme attuate dall’amministrazione Milei. Le attuali previsioni sono piuttosto ottimistiche, e seguendo l’andamento attuale potremmo trovarci di fronte ad un vero e proprio miracolo economico. Il consolidamento dei conti pubblici e il completamento delle riforme chiave come privatizzazioni ed ancoraggio della valuta se non addirittura la dollarizzazione, potrebbero, come s’è detto, portare l’economia ad una costante crescita seguita da una moderata inflazione. I primi segnali di ottimismo sono dati proprio dalle agenzie di rating, che fiduciose di una progressiva stabilizzazione dell’economia argentina, stanno premiando questi miglioramenti.18
Bisogna, però, restare cauti nel fare queste previsioni, in quanto molte variabili (pressioni politiche, malcontento tra la popolazione, ecc.) potrebbero comportare cambiamenti nell’agenda politica, compromettendo i progressi fino ad ora ottenuti o addirittura minacciando un ritorno alle condizioni antecedenti la vittoria di Milei.
Conclusione
Il governo di Javier Milei rappresenta senza dubbio uno spartiacque nella storia economica e politica recente dell’Argentina. Salito al potere in un momento di crisi profonda, con un’inflazione fuori controllo, un debito pubblico insostenibile e una popolazione sempre più dipendente dallo Stato, Milei ha proposto e cominciato ad attuare una delle agende economiche più radicali mai viste in America Latina nel nuovo millennio. Le sue politiche, basate sulla dollarizzazione, il taglio netto della spesa pubblica, la smobilitazione del Banco Central e la privatizzazione delle imprese statali, hanno profondamente scosso il sistema economico, amministrativo e sociale argentino.
Nel breve periodo, i risultati sono stati misti. Da un lato, l’inflazione ha mostrato segnali di forte rallentamento, il deficit pubblico è stato contenuto e gli investitori internazionali hanno risposto con crescente interesse. Dall’altro, i costi sociali di queste riforme sono stati significativi: aumenti della povertà, riduzione del potere d’acquisto, licenziamenti nel settore pubblico e crescenti tensioni sociali. La popolazione ha dovuto affrontare sacrifici sostanziali, e solo la promessa di una ripresa futura sembra per ora giustificare il sostegno popolare di cui Milei continua a godere.
Le prospettive per i prossimi anni sono altamente condizionate dalla tenuta politica ed economica del suo progetto. Gli scenari futuri si muovono tra due estremi: da un lato un “miracolo” economico argentino, con crescita sostenuta, stabilità monetaria e riduzione strutturale della povertà; dall’altro il rischio di un ritorno a politiche assistenziali e populiste, in caso di insuccesso delle riforme o di rottura del consenso sociale. Tra queste due vie estreme si colloca l’ipotesi più realistica di un compromesso istituzionale, in cui il governo sarà costretto ad ammorbidire alcune delle sue misure per mantenere stabilità politica e coesione sociale.
In definitiva, l’esperimento Milei è ancora in pieno svolgimento. La sua riuscita dipenderà dalla capacità di mantenere la disciplina fiscale senza spezzare il tessuto sociale, di attrarre capitali senza sacrificare sovranità, e di dimostrare che il rigore economico può portare non solo alla stabilizzazione dei conti, ma anche al miglioramento delle condizioni di vita della maggioranza degli argentini. Solo allora il suo progetto potrà dirsi compiuto e non soltanto ideologicamente coerente.
1 J. G. Milei & D. P. Giacomini, «Ensayos Monetarios para Economías Abiertas: El Caso Argentino,» Actualidad Económica, p. 10, 2017.
2 L. Capone, «La democrazia falsificata in Argentina, prima di Milei,» Il Foglio, 07/05/2020. [Online]. Available: https://www.ilfoglio.it/esteri/2025/05/07/news/la-democrazia-falsificata-in-argentina-prima-di-milei-7692797/.
3 D. Checa, «Who Is the Real Javier Milei?,» Journal of Democracy, 10 2024. [Online]. Available: https://www.journalofdemocracy.org/online-exclusive/who-is-the-real-javier-milei/.
4 Economic Commission for Latin America and the Caribbean, «Argentina,» 2023.
5 L. Elliot, «Argentina and the IMF: a troubled history,» Reuters, 12 04 2025. [Online]. Available: https://www.reuters.com/world/americas/argentina-imf-troubled-history-2025-04-12/.
6 D. Serraino, «Argentina: possibilità di riscatto?,» Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, 14 07 2022. [Online]. Available: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/possibilita-di-riscatto-35744.
7 B. Ala, «Javier Milei: proposte d’impatto per un’Argentina instabile,» Centro Studi Internazionali, 12 12 2023. [Online]. Available: https://www.cesi-italia.org/it/articoli/javier-milei-proposte-dimpatto-per-unargentina-instabile.
8 K. H. &. H. H. D. Paqué, «One year of Javier Milei's economic policy,» Friedrich Naumann Foundation, 22 11 2024. [Online]. Available: https://www.freiheit.org/one-year-javier-mileis-economic-policy.
9 Focus Economics, «Milei’s omnibus bill passed by the Senate: What’s next for the country’s economy?,» FocusEconomics, 17 06 2024. [Online]. Available: https://www.focus-economics.com/blog/mileis-omnibus-bill-passed-by-the-senate-whats-next-for-the-countrys-economy/.
10 G. Olmastroni, «Un anno di Milei in Argentina: cosa è cambiato?,» Osservatorio CPI Università Cattolica del Sacro Cuore, 07/01/2020. [Online]. Available: https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-pubblicazioni-un-anno-di-milei-in-argentina-cosa-e-cambiato.
11 A. Werner, «The Argentina-IMF saga starts a new season,» 2025. [Online]. Available: https://www.piie.com/blogs/realtime-economics/2025/argentina-imf-saga-starts-new-season.
12 World Bank, «World Bank» 2025. [Online]. Available: https://www.worldbank.org/en/country/argentina/overview
13 M. &. B. J. C. Lo Bianco, «Argentina poverty levels slide, though many still feel the pinch,» 2025. [Online]. Available: https://www.reuters.com/world/americas/poverty-hit-argentines-rummage-food-even-economic-outlook-improves-2025-03-31.
14 L. Borga, «Argentina: l’ambiziosa cura Milei contro il carovita,» 2024. [Online]. Available: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/argentina-lambiziosa-cura-milei-contro-il-carovita.
15 Reuters, «Argentine peso recoups lost ground after FX control ease, Milei rules out intervention,» 2025. [Online]. Available: https://www.reuters.com/markets/currencies/argentine-peso-recoups-lost-ground-after-fx-control-ease-milei-rules-out-2025-04-16
16 IMF, «Argentina,» 2025. [Online]. Available: https://www.imf.org/en/Countries/ARG
17 S. Collins, «OECD projects a 5.7% GDP growth for Argentina in 2025,» 2025. [Online]. Available: https://eurasiabusinessnews.com/2025/03/18/oecd-projects-a-5-7-gdp-growth-for-argentina-in-2025/.
18 Reuters, «Moody's raises Argentina's rating for the first time in five years,» 2025. [Online]. Available: ww.reuters.com/markets/rates-bonds/moodys-raises-argentinas-rating-first-time-five-years-2025-01-24.
19 S&P Global, «Economic Research: What Other Cases Say About The Potential Effects Of Dollarization In Argentina,» 2024. [Online]. Available: https://www.spglobal.com/ratings/en/research/articles/241015-economic-research-what-other-cases-say-about-the-potential-effects-of-dollarization-in-argentina-13276093#.
20 Agenzia Nova, «Milei sulle elezioni di Buenos Aires: “Il primo passo per conquistare tutto il Paese”,» 2025. [Online]. Available: https://www.agenzianova.com/news/milei-sulle-elezioni-di-buenos-aires-il-primo-passo-per-conquistare-tutto-il-paese/.
21 A. Czerwonko, «Can radical reform unlock Argentina's long-awaited economic recovery?,» 2025. [Online]. Available: https://www.weforum.org/stories/2025/05/argentina-radical-reform-unlock-economic-recovery/.